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Paolo Ambrosini è il nuovo presidente dell’ALI

Resterà in carica per il quadriennio 2017-2021

«La mia presidenza nasce in continuità con quella del mio predecessore Alberto Galla. Una continuità nell’unità». Con queste parole Paolo Ambrosini, titolare della libreria Bonturi di San Bonifacio (Verona), dà una prima indicazione della sua linea politica come nuovo presidente dell’ALI, l’Associazione librai italiani aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia. Ambrosini è stato nominato dal consiglio dell’Associazione nella 73° Assemblea nazionale che ha avuto luogo il 22 aprile nel corso di Tempo di Libri.

Sul Giornale della Libreria è Antonio Lolli a raccogliere le dichiarazioni del neo eletto.

«Uno dei nostri obiettivi primari – spiega Ambrosini – sarà quello di migliorare il quotidiano del libraio, andando a ricercare un migliore servizio da parte del mondo editoriale e di tutta la filiera. Una sempre maggior enfasi sarà data anche alla professionalizzazione del nostro mestiere. In questo senso la nostra scuola – la Scuola librai italiani, nata nel 2006 – si rivolge agli aspiranti librai e fornisce una preparazione completa sia sotto il profilo teorico che su quello pratico, così da permettere di avere uno sguardo completo sul settore e su tutte le realtà che vi operano».

Recentemente è stato modificato lo statuto dell’Ali, che punta in due direzioni: da un lato verso uno snellimento della struttura organizzativo-gestionale, con organi più ridotti di numero ma più sostanziali; dall’altro verso l’apertura alle librerie in franchising e a quelle di catena.

«Oltre alla libreria indipendente “tradizionale” – continua Ambrosini – oggi esistono altre realtà con un differente modello organizzativo, nate dalle profonde trasformazioni del mondo delle librerie: le librerie in franchising e quelle di catena. La nostra ambizione è quella di dar vita a un’Associazione ancora più inclusiva e rappresentativa di tutto il mercato e per questo non si poteva non tenere conto dei cambiamenti avvenuti nella realtà commerciale. Se parliamo di franchising, bisogna ricordarsi che si tratta di una formula commerciale e imprenditoriale che si è evoluta molto rispetto ai progetti iniziali, nei quali la libreria rischiava di diventare solo una movimentatrice di libri. Il nuovo concetto infatti si basa spesso sul totale rispetto e sostegno dell’origine e del legame della libreria con il suo territorio. Vogliamo infine dare maggiore riconoscibilità alla figura del libraio, di cui nel nostro Paese si ha sempre più bisogno, visto che 13 milioni di persone oggi non hanno accesso a una libreria».

 

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