Rebecca libri

Primo Rapporto sulla promozione della lettura in Italia

Siamo al 22° posto in Europa e al 29° nel mondo. Abbiamo il 56% di cittadini che non apre nemmeno un libro l’anno, contrapposto al 6,3% che consuma il 41% dei libri venduti.

Sebbene la crisi della lettura in Italia non stupisca più, il problema è che la crisi economica, sommandosi alla crisi della lettura, si sta trasformando in una crisi dell’editoria senza precedenti. Se infatti fino al 2010-2011 le copie di libri stampate erano in costante crescita, da quel momento in poi anche le case editrici si sono adeguate al calo delle vendite (4 milioni di copie in meno nel 2012 e 1,7 in meno nel 2011) e i titoli stampati hanno iniziato a scendere sotto il numero di 63 mila l’anno; così anche le copie complessive uscite dalla stamperie sono scese al di sotto dei 213 milioni raggiunti nel 2011.
Il dato ufficiale parla di 9,1% di titoli in meno pubblicati nei primi 9 mesi del 2012, con tirature medie per ogni volume ridotte da 6.306 copie a 3.343 e i prezzi per copia in progressivo ribasso.
E non si pensi che il calo di produzione e di vendite possa essere compensato dalla crescente diffusione della lettura su supporti elettronici, perché se sembra che i siti online dei più importanti quotidiani nazionali abbiano avuto un buon incremento di contatti, la vendita degli e-book in Italia rappresenta ancora l’1% del totale, nonostante i progressivi incrementi.
Del resto i dati forniti dal rapporto mostrano con una certa evidenza che non necessariamente una nuova crescita economica produrrà persone più sensibili al richiamo della lettura. Serve piuttosto la promozione di un sistema di valori in cui la cultura e l’istruzione tornino a essere apprezzate e a garantire competitività.

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