Rapporto cinema 2018: anziani in sala, giovani su Netflix
È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal "Rapporto" della Fondazione Ente dello Spettacolo
Il futuro del cinema sono gli anziani, i giovani amano i film ma vanno poco nelle sale. È questo, in estrema sintesi, il quadro che emerge dal Rapporto cinema 2018. Spettatori, scenari e strumenti della Fondazione ente dello spettacolo, presentato pochi giorni fa a Roma presso la sede di Radio vaticana.
Lo studio annuale, arrivato alla sua nona edizione, propone un’analisi delle dinamiche dell’industria e del mercato dell’audiovisivo, non mancando di soffermarsi sulle trasformazioni normative in atto e sugli scenari di sviluppo globale dell’intero settore. Ma ciò che distingue il Rapporto 2018 dai precedenti è in particolare un approfondimento sui trend di consumo a partire dalle due classi anagrafiche più rappresentative del pubblico: gli over 60 e i Millennial.
A curare la ricerca sul pubblico agée è stata Mariagrazia Fanchi, docente di Media studies e cultural history all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Uno dei dati presentati, in particolare, dice che dal 2001 al 2016 è cresciuto dell’11,5% il numero degli italiani di età compresa tra i 65 e i 75 anni che va al cinema. Un trend legato, come ha precisato la stessa professoressa Fanchi «tanto a un cambiamento di costume, perché gli anziani sono soggetti di un processo di giovanilizzazione che è stato molto studiato, sono molto più attivi, molto più confidenti in sé stessi e nella capacità di riprogettare il proprio presente; quanto a un cambiamento demografico, per l’allungamento dell’aspettativa di vita e quindi la crescita numerica di questo segmento».
La ricerca (che ha utilizzato cinque focus group per un totale di 50 interviste realizzate in diverse aree geografiche) distingue i «cinefili non più giovanissimi» in diversi profili: le «nuovamente single» (signore che dopo aver perso il marito riscoprono il piacere di uscire con le amiche e del cinema); «i nonni», che portano in sala i nipotini; «quelli del Bar Sport», soprattutto uomini, che vivono i luoghi d’aggregazione nel quartiere di riferimento; «gli eremiti», anche questi soprattutto uomini, che vogliono scegliere cosa vedere autonomamente e preferiscono andare al cinema da soli; «l’élite», con un’elevata predisposizione per i consumi mediali e culturali e «i coniugi propositivi» che vivono il consumo culturale come risorsa per alimentare la propria vita di coppia. Nel complesso prediligono i film italiani, magari attirati dalla presenza di attori (anche nuovi) che hanno conosciuto sul piccolo schermo. E non sono necessariamente alla ricerca di una storia nella quale immedesimarsi, infatti non privilegiano le pellicole con personaggi loro coetanei.
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