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Resistenza e resa, Dietrich Bonhoeffer, San Paolo 2015

Un consiglio di lettura al giorno dalla nostra rubrica "Affinità elettive"

Il consiglio è di Paolo Perazzolo, responsabile cultura&spettacoli “Famiglia Crisiana”.

La nostra società che lamenta l’assenza di padri, cioè di figure di riferimento in grado di orientare le scelte fondamentali, non dovrebbe dimenticare figure come quella di Dietrich Bonhoeffer, il teologo luterano che venne ucciso nei campi di concentramento nazisti nel 1945.
Le lettere dal carcere che sono arrivate fino a noi, raccolte sotto il titolo Resistenza e resa, pubblicate di recente in una bella edizione critica dalla San Paolo, costituiscono uno straordinario documento storico e biografico e un insuperato contributo alla ricerca filosofica e teologica contemporanea.
Bonhoeffer pagò con la vita il suo attivo impegno contro il folle progetto nazista, per il quale tornò appositamente in Germania dagli Stati Uniti. Una scelta esistenziale, la sua, profondamente coerente con il pensiero che il teologo sviluppa proprio nelle lettere dal carcere. Il cristiano che vive in un mondo adulto è chiamato a misurarsi con esso, senza rifugiarsi in un astratto al di là e senza cedere all’ipotesi di un Dio tappabuchi evocato per colmare i nostri limiti. Dio ci chiama a portare la nostra fede nel concreto dell’esistenza, condividendo la condizione del Cristo crocifisso, potente nella sua impotenza. Il cristiano si confonde con ogni altro uomo, immerso in questa vita, distinguendosi per la sua fede in un Dio che si è fatto Gesù sofferente.

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